I “difetti” del diamante migliorano le prestazioni del bit quantistico
Pubblicazione di Giulio Coccia e Shane Eaton

Uno studio internazionale coordinato dall'Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IFN) di Milano ha rivelato che un “difetto” del diamante – materiale da tempo indagato come base per la realizzazione dei futuri computer quantistici ad alte prestazioni- potrebbe renderlo particolarmente adatto all’impiego per lo sviluppo di bit quantistici, l’unità fondamentale dell'informazione in un computer quantistico. La ricerca, pubblicata sulla rivistaNano Letters, descrive il “difetto” detto nitrogen vacancy: un'impurità nel reticolo di carbonio del diamante stesso, visibile su scala atomica: il suo valore aggiunto come bit quantistico risiede nel suo “tempo di coerenza”, ovvero la durata in cui può mantenere particolari proprietà quantistiche. Essendo questo particolarmente esteso, risulta una capacità di computazione quantistica più efficiente e una rilevazione sensibile di minuscole biomolecole.
Lo studio è stato condotto nell’ambito del progetto europeo “LasIonDef”, di cui Eaton è coordinatore, che ha coinvolto numerosi dottorandi provenienti dalle Università di Cardiff, Ulm, Wroclaw, Torino, e Insubria e dal Politecnico di Milano.